Usare TikTok in azienda: prime impressioni

Nelle ultime settimane ho iniziato a utilizzare TikTok per un’azienda cliente (azienda piccola, sia B2B che B2C, target molto eterogeneo per età).

Siccome se si cerca online “come usare TikTok per fare marketing in una piccola impresa” (o cose così), le risposte sono sempre “video divertenti”, “collaborations”, “adv” (continuo a non capire l’equivalenza marketing=adv, ma vabbè, sarà un mio problema), ho pensato di riportare alcune mie prime osservazioni/opinioni. Senza pretesa di essere un guru in materia (ma neanche lontanamente proprio!), ma che derivano dalla pratica degli ultimi mesi:

  • sarà anche vero che i social si stanno tiktokizzando, ma è anche vero il contrario: TikTok si sta uniformando ai grandi social. NON è più la piattaforma di video “lip-sync” e cavolate divertenti: c’è di tutto, dalle ricette alle sfilate di moda, ai trattori nei campi

  • (legato al punto precedente) il pubblico in generale si sta (ovviamente) espandendo verso la fascia più matura, quindi non è nemmeno necessario, in azienda, fare video forzatamente divertenti/sciocchi (con il massimo rispetto) perché mica a tutti piacciono quel tipo di video, dipende dal target (ogni riferimento a famosi musei italiani è puramente casuale e comunque non voluto dall’autore…)

  • obiettivamente, molti dei video aziendali in TikTok sono reel IG (e viceversa): cioè si crea un video unico verticale e lo si usa sia qui che là (sarà anche filosoficamente sbagliato, ma occorre anche essere pratici!). A conferma che IG e TK stanno convergendo. Se/quando anche YouTube Shorts permetterà video più lunghi rispetto a ora, avremo gli stessi video verticali su 3 piattaforme! (non lo dovevo dire forse?)

  • i video puramente (e più o meno velatamente) promozionali non funzionano (ma neanche su IG a dire il vero…). La velocità con cui le persone passano al prossimo video è tale che i video “noiosi” vengono rapidamente ignorati. Quindi sì, occorre essere interessanti per il pubblico. Ma, di nuovo, non per forza divertenti: i tutorial, per esempio, funzionano molto bene, perché se ti interessa capire come fare una cosa, il video te lo guardi anche se non fa ridere!

  • l’algoritmo di TikTok è (almeno a me pare così) davvero diverso: la pagina “Per Te”, e il fatto che questa si apra per prima accedendo al social, è qualcosa di completamente nuovo rispetto ai social tradizionali: ci mostra prima i contenuti di altri che quelli della rete che abbiamo scelto. Qualcuno parla di TikTok come piattaforma di “Content delivery” anziché social vero e proprio, ed in effetti… Capire come/se/quando/perché si viene inseriti nella #fyp è ancora abbastanza “misterioso” (lasciamo perdere i vari trucchetti che si leggono in rete, che come al solito si addicono più a Hogwarts che al mondo reale, e – ovviamente – gli utenti che hanno grandi numeri di follower, qui parlo di piccole aziende). E questo in fondo è anche più bello/onesto: solo se l’algoritmo veramente pensa/calcola che il tuo video valga la pena lo proporrà in fyp, a prescindere appunto da presunti trucchetti e sotterfugi. E, d’altra parte, così, chiunque può emergere ed essere inserito nella fyp a prescindere dal fatto che sia già un super utente o sia solo un piccolo account

  • grazie (anche) alla pagina “Per Te”, i post hanno vita lunga e possono essere riproposti ad altri utenti anche a distanza di giorni e settimane (questo l’ho notato dalle statistiche account in cui le visualizzazioni e interazioni dei video pubblicati continuano a salire anche dopo diverso tempo). Molto più che in IG per esempio.

  • nota pratica-pratica: conviene caricare video senza musica di fondo e utilizzare una traccia proposta da TikTok (meglio ancora se tra quelle trending), anziché caricare video con musica propria. La possibilità di cercare/vedere i video associati ad una determinata traccia audio infatti “regala” visibilità extra.

  • della serie “non solo Facebook incasina la gestione di pagine/account aziendali”… In TikTok si può pubblicare sia da smartphone che via web. Oh, che comodo. Sì, MA: da pc via web si possono programmare le uscite ma si hanno solo 150 caratteri per la didascalia; da smartphone NON si possono programmare i post, ma per le didascalie si possono usare 2000 caratteri. Eh?

  • click sul link in bio fin qui? Zero 🤔



Ecco. Fin qui il mio feedback per ora su TikTok. Qualcuno ha esperienze e commenti pratici da aggiungere?

Lasciando stare per favore i soliti “buyer personas” “entertaining content” “target definition” e altre fuffosità varie?

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Perché le persone usano i social

Perché le persone si collegano ai social? A che scopo?

Può sembrare una domanda sciocca, però l’immagine che inserisco qui sotto (tratta dal report di WeAreSocial/Hootsuite di luglio 2021) aiuta invece a ridare il giusto ruolo alle piattaforme social e a definire meglio obiettivi e comportamenti quando li si usa in azienda.

In estrema sintesi: le persone non si collegano ai social per acquistare, né per vedere pubblicità o per conoscere l’ultima novità lanciata dalla tua azienda, ma per altri motivi più “umani”, più “social”.
Quindi non è strano che i post sponsorizzati non generino milioni di euro ogni volta, né che gli utenti dei social non interagiscano con i post più commerciali/pubblicitari di aziende e brand.

Questo poi non vuol dire che allora Facebook, Instagram, LinkedIn & c. non servano alle aziende o siano una perdita di tempo, ma che vanno usati bene per quello che sono, adattando la comunicazione aziendale ai social, non viceversa. Come azienda, dobbiamo soprattutto cercare la relazione, l’interazione con i nostri utenti e, grazie a quello, riusciremo poi a vendere: non usare i social come bacheche pubblicitarie.

Vabbè, vediamo l’immagine:

Quindi, i 5 motivi principali per cui le persone usano i social sono nell’ordine:

  • Rimanere in contatto con amici e famigliari
  • Passare del tempo
  • Leggere notizie
  • Trovare contenuto divertente
  • Scoprire di cosa si parla in giro

Tutti motivi appunto “social”: non c’è niente di business/advertising/e-commerce/shopping o simili tra le ragioni principali per cui le persone usano i social.

Solo al sesto e al settimo posto troviamo “trovare ispirazione su cosa fare e comprare” e “trovare prodotti da comprare”.

Ancora meno importante è “Vedere contenuto dei marchi/aziende preferiti”, ed è addirittura all’ultimo post di questa classifica “seguire celebrità e influencer”.

Mi sembra un’utile infografica da condividere, per avere un quadro corretto che aiuta a impostare al meglio l’attività e la strategia aziendale sui social.
Quando agiamo come aziende nei social, dobbiamo ricordarci di come usiamo gli stessi social come persone: cosa cerchiamo? cosa ci piace e cosa no? su cosa clicchiamo e cosa invece ignoriamo?
Solo così possiamo creare i messaggi giusti e l’interazione giusta con gli altri utenti e quindi sfruttare al meglio questi ambienti per la nostra attività.

Aggiornamento digital ottobre 2020

Qualche immagine che mi ha colpito dal recente aggiornamento di WeAreSocial e Hootsuite (a fondo articolo metto il link al report completo):

Fonti principali per cercare online informazioni sui brand:

Fonti principali per cercare informazioni sui brand

Interessante: il primo strumento, il primo posto dove si cercano info sono i motori di ricerca (come era facile attendersi), seguiti subito dopo dai social. Ecco che si conferma l’importanza per qualunque azienda – grande o piccola – di essere presente sui social, quanto meno per farsi trovare, per confermare la propria esistenza, quando qualcuno cerca informazioni in merito, e per fornire informazioni agli utenti.
Solo al quarto posto sono i siti web aziendali, superati anche dai siti di recensioni.

Come si scoprono nuovi marchi e brand online

Come si scoprono nuovi marchi e brand online

Qui è interessante notare come i social non siano invece così importanti per scoprire nuovi brand: la “tradizionale” pubblicità televisiva sembra essere decisamente più efficace, insieme ai motori di ricerca e al passaparola.
Quindi il circuito, mettendo insieme questa slide alla precedente, potrebbe essere: fai pubblicità sui mezzi tradizionali, ma poi fatti trovare pronto sui social per “confermare” la tua esistenza e per costruire la tua immagine e la tua reputation.

Aggiornamento sui numeri globali dei social: i social più utilizzati al mondo

numeri globali dei social: i social più utilizzati al mondo

Vabbè, a parte Facebook che rimane ampiamente il più usato, rispetto agli analoghi dati pubblicati a gennaio 2020 noto una ulteriore lieve ascesa di Instagram (qui è 1,15 miliardi di utenti, a luglio era a 1,089 e una diminuzione per Tiktok 😮 , passato da 800 milioni di utenti a luglio 2020 a 689 milioni. Effetto, direi, del possibile “blocco” in USA (che poi non c’è stato mi pare di capire) e forse dell’introduzione dei reels in Instagram? O forse sta già “stancando”?

Engagement medio delle pagine Facebook

La percentuale di engagement medio dei post delle pagine Facebook rispetto al numero di fan (mi piace) della pagina stessa è 0,18%. Cioè se la mia pagina ha 1000 like, dovrei per ogni post avere mediamente 2 (no, anzi: 1,8) tra like+commenti+condivisioni.
Mumble mumble, come direbbe Zio Paperone. Non è DAVVERO troppo poco?!? 😕
Certo, per stimare questa media avranno considerato sia pagine con 30 like, sia pagine con 30 milioni di like, ma…. boh, mi pare davvero bassa come percentuale.

Profilo medio dell’utente Facebook nel mondo, per età e genere

Il dato viene presentato come “pubblico raggiungibile tramite advertising”, ma funziona come approssimazione della tipologia di utenti che utilizzano Facebook. Le fasce d’età più presenti sono 25-34 e 18-24.
Seppure con variazioni minime, stanno aumentando gli utenti delle fasce più mature (anche solo per il normale passare del tempo).

Profilo medio dell’utente Instagram nel mondo, per età e genere

Anche qui le fasce più presenti sono 18-24 e 25-34. Però, in generale, l’età media è più bassa rispetto a Facebook (come era prevedibile), visto che c’è, percentualmente, una maggiore presenza di teenager (13-17) e una minore, invece, delle fasce di età più avanzate.
Tra l’altro, fino ai 34 anni prevalgono gli utenti di genere maschile, mentre dai 35 quelli di genere femminile: curiosa sta cosa!

Numeri di Pinterest

Questa slide la pubblico perché pur rimanendo Pinterest mediamente poco conosciuto in Italia (e soprattutto pochissimo usato dalle aziende…), sta conoscendo percentuali di crescita enormi. La slide prende sempre in considerazione le “persone raggiungibili con l’adv”, ma come per Facebook e Instagram, questo dato rispecchia ovviamente il totale degli utenti Pinterest.
Tra i primi 10 Paesi per numero totale di utenti, l’Italia è quella che segnala una crescita maggiore. Care aziende, è ora che iniziate a considerare seriamente Pinterest! (e se posso aiutarvi….)

Curiosità: i termini più cercati su Google

Questa slide la estraggo, solo perché è… curiosa. Il termine più ricercato su Google è… Google.
Ehmm…. 😮
Da notare invece, anche se abbastanza ovvio, che compare anche il termine “Coronavirus” che di sicuro fino ad un anno fa nemmeno avevamo mai sentito nominare…

Il report completo dell’aggiornamento a ottobre 2020 è alla pagina https://datareportal.com/reports/digital-2020-october-global-statshot

Come gestire commenti negativi sul web e sui social

Come gestire i commenti negativi sui socialA nessuno, ovviamente, fa piacere ricevere commenti e recensioni negative. Però, purtroppo, succede: quello che si è trovato male con noi, il nostro negozio, il nostro prodotto o servizio, prima o poi c’è.

Solo che se anziché limitarsi a pensarlo e dirlo a noi o ai suoi contatti, lo scrive sul web o sui social, beh.. diventa una faccenda più seria e che va gestita in modo accorto.

Certo, umanamente il commento o la recensione negativa ci feriscono, non c’è niente da fare. E’ così. Ma da un punto di vista professionale/aziendale, dobbiamo capire qual è la strategia migliore, come dobbiamo reagire e rispondere.

A questo proposito, mi piace l’infografica che riporto più sotto, tratta da BeDigitalGiants. Vediamo i 7 punti principali:

  1. Leggi bene il messaggio (commento o recensione), in modo da capire bene qual è il problema, la lamentela
  2. Fai uno screenshot (utile per il futuro, per documentare cos’è successo, per averne copia nel caso venisse poi cancellato)
  3. Non cancellare il commento negativo. Mai. (Unica eccezione: se il linguaggio è volgare, offensivo; ma allora cancella e commenta tu, dicendo che hai cancellato la critica per il linguaggio, non in quanto critica in sè)
  4. Non aspettare troppo tempo a rispondere. Nell’infografica dice “le persone si aspettano una risposta entro 1 ora”. Io non sarei così tragico: certo, rispondi prima che puoi, ma solo dopo aver sbollito la rabbia e avere trovato/elaborato la risposta più corretta da dare. Meglio far aspettare qualche ora in più che dare una risposta affrettata ed incazzosa…
  5. Mantieni un certo stile, rimani positivo. Soprattutto, ricorda che stai sì rispondendo ad un utente specifico e ad una critica specifica, ma sarai letto anche da tutti gli altri utenti del social o del sito web. Quindi stai in realtà parlando a tutti, non solo all’autore del commento incriminato
  6. Rispondi. Scusandoti, offrendo una soluzione (se ha senso), spiegando le cause e le tue ragioni (a seconda dei casi, ovviamente)
  7. Monitora la cosa. Se ci sono altri commenti, se altri utenti sono d’accordo con la critica o invece ti “difendono”.

Come gestire i commenti negativi sui social

Lo so, descritta così, la cosa sembra anche fin troppo facile. Invece, poi quando siamo dentro la situazione vera, di fronte al commento negativo, è molto più facile farsi prendere dalla voglia di mandare immediatamente a quel paese l’autore della critica. Ok. E’ vero.

Però proviamo a pensare agli effetti che avrà sul nostro business, sulla nostra attività e impariamo a gestire meglio questi momenti di “crisi” e di fastidio!

Report Digital 2020

Come ogni anno a fine gennaio, WeAreSocial e Hootsuite hanno pubblicato il loro rapporto ‘Digital2020’ che riporta tantissimi dati sul mondo Internet-digital-social. Al momento è uscito solo il report mondiale, cui segue (di solito) nel giro di qualche giorno/settimana il dettaglio per singola nazione.

Come negli anni scorsi, non sto a fare un’analisi completa delle 247 slide, ovviamente (slides scaricabili da slideshare; sul sito di wearesocial invece la presentazione ufficiale), ma riprendo le principali slide che mi hanno colpito e che più da vicino riguardano la mia attività di consulente/formatore.

Web in generale

Accesso ad Internet per device (pc/mobile)Accesso ad Internet da pc e mobileIl 53% del traffico web avviene da smartphone, il 44% da pc fisso e portatile, il 2,7% da tablet. I tablet sono veramente residuali ormai, mentre non c’è stata la “scomparsa” del traffico da pc, come alcuni sembravano immaginare, anche se è in discesa rispetto al 2018. Più o meno metà del traffico web è da mobile, ma l’altra metà è da fisso: interessante questo per immaginare e costruire al meglio i siti web.

Percentuale traffico web da smartphonePercentuale di utilizzo smartphone nell'accesso a internetA conferma della slide precedente: poco più della metà del traffico web è da smartphone. In risalita rispetto all’anno precedente, quando però era diminuito rispetto al 2017.

Percentuale di uso dei diversi browser
Percentuali di utilizzo dei diversi browserIl browser più utilizzato è Chrome (63%, e in aumento rispetto all’anno prima), seguito da Safari. Beh, non una grande sorpresa: Safari è il browser di riferimento del mondo Apple/IoS e Chrome quello del mondo Android (…e di Windows sui pc fissi).
Non credevo fosse così bassa la percentuale di Firefox in realtà (credo che dipenda dal fatto che è fondamentalmente usato solo su fisso e non su mobile).

Uso ad-blocker
Percentuale uso di ad-blocker per PaeseQui la slide è diversa: non è per marca/brand di ad-blocker ma per Paese. Mediamente nel mondo un utente su due usa un ad-blocker. In Italia la percentuale è un po’ più bassa (40%): secondo me è solo perché non ne parlano vip e guru vari. Inoltre praticamente non esistono ad-blocker per smartphone… (come-lo-vorrei!)

Siti web più visitati al mondo
Siti web più visitati al mondoStrano eh? I primi tre siti più visitati al mondo sono Google, YouTube e Facebook 🙂
Twitter al sesto posto mi pare strano…

Fonti per la scoperta di brand (come vengono trovate le aziende in rete)
Come vengono trovare le aziende in reteCome già avevo notato nell’aggiornamento sempre di WeAreSocial di luglio scorso, motori di ricerca, pubblicità in tv e passaparola sono tuttora i principali canali per far conoscere la propria azienda, il proprio brand.
Gli strumenti più propri del web 2.0 (ads social, commenti e consigli social, ads nelle app) si stanno ritagliando il loro spazio, ma non sono ancora al top della classifica. Quindi un mix tra i vari canali, a oggi, è la scelta più corretta, per arrivare al meglio ai diversi target e sfruttare le diverse possibilità.

 

Facebook

Utenti suddivisi per fasce d’età e genere
Utenti Facebook per fasce d'età e genereCome per i successivi (Instagram, Pinterest e LinkedIn), il dato è definito come pubblico raggiungibile tramite advertising, ma è un’ottima approssimazione della tipologia di utenti che utilizzano il social. Nel caso di Facebook, le fasce d’età di utilizzatori più presenti sono 18-24 e 25-34, con una lieve prevalenza di pubblico maschile.
Vabbè, io sono già nella fascia 45-54 …di cui in realtà mi aspettavo una percentuale più alta, perché siamo stati gli utenti del boom iniziale di Facebook. No?

Dispositivi utilizzate per accedere a Facebook
Dispositivi utilizzati per accedere a FacebookBeh… che 8 utenti su 10 (il 79%) dica di accedere a Facebook SOLO da smartphone è davvero molto. Avrei detto un po’ meno. Però, se così è, diventa davvero fondamentale quando si pubblica o si fa adv, essere sicuri di come il post verrà visualizzato su smartphone!

Numero medio di azioni svolte dagli utenti su Facebook ogni mese
Azioni medie per mese su Facebook - like, post, commenti...In media, ogni mese, ciascuno di noi mette 13 like a post, pubblica 5 commenti e condivide 1 post. Mi convincono poco (per lo meno, per la mia personale esperienza sia lato utente che lato gestore pagine) i 12 click al mese su post sponsorizzati. Mi sembrano taaaaantissimi!

Engagement medio dei post delle pagine aziendali
Engagement medio pagine FacebookMediamente l’engagement generato dai post delle pagine Facebook è del 3,39% (ossia poco più di 3 persone ogni 100 che vedono un post, interagiscono con quel post).
La percentuale sale con i post con video e con foto (ecco perché in aula diciamo sempre che è fondamentale aggiungere sempre foto o video ai post!).

Page reach
Page reach medio su FacebookDi questa slide mi interessa soprattutto il dato centrale (average organic reach): mediamente le pagine raggiungono il 5,17% dei propri fan in modo organico (ossia senza advertising) !
Questa slide va letta insieme alla prossima:

Differenze in reach e engagement tra pagine con più e con meno di 10.000 likeDifferenze in reach e engagement tra pagine con più e con meno di 10.000 likeCome era prevedibile, le pagine con meno di 10.000 fan hanno in proporzione un reach e un engagement migliore (certo che un reach organico del 2% è veramente basso!)

 

Instagram

Profilo utenti
Profilo utenti InstagramUtenti Instagram per fasce d’età e genere. Eeeh… il pubblico Instagram non è più così giovane e teenager… si è spostato sulla fascia 25-34. Utile da sapere, quando si scelgono i social più corretti per il proprio target. (Dove sono i teenager? TikTok?)

Engagement medio
Engagement medio InstagramL’engagement medio su Instagram (account aziendali/business) è del 1,49%. Stavolta mi sembra molto basso: per le aziende che gestisco io, si sta tra il 4 e il 6%, con un numero di follower tra 2.000 e 5.000. Quasi sicuramente sono gli account con più di 10.000 follower che (come in Facebook) abbassano la media globale… A proposito: su Buzzoole, un articolo su scomparsa dei like e engagement.

 

LinkedIn

Dati utenti
Dati utenti LinkedInNon ci sono grandi dati qui… tranne il 660 milioni di utenti raggiungibili via adv (e quindi più o meno utenti LinkedIn) e la proporzione 43/57 tra utenti donne e utenti uomini.

Utenti per fasce d’età e genere
Utenti LinkedIn per genere e fascia di etàMmmm, anche qui sinceramente mi sarei aspettato un dato un po’ diverso, con una percentuale un po’ più alta nella fascia 35-54. Comunque, interessante da sapere.

 

Pinterest

Panoramica su utenti
Panoramica dati utenti PinterestCirca 170 milioni gli utenti di Pinterest, e il 72% è di sesso femminile.

Utenti per fasce d’età e genere
Utenti Pinterest per genere e fasce d'etàOk, netta prevalenza femminile, e pubblico mediamente giovane. Però, interessanti anche quelle percentuali sopra i 50. Un pubblico comunque più maturo di Instagram, nonostante come detto prima anche su Instagram l’utente medio sta “invecchiando”.

Cosa chiederei per il 2020 ai social, se potessi?

Cosa vorrei dai social nel 2020All’inizio di ogni anno, in molti cercano di capire in quale direzione evolveranno i vari social e quali saranno i trend della comunicazione online.

Io invece vorrei fare una cosa diversa: lavorando da anni con i social, ci sono delle cose con cui mi scontro nel lavoro quotidiano o che mi vengono fatte notare quando faccio formazione. Quelle cose che dici “ma dai! Ma perché?! Non potrebbero cambiare, fare in modo che.. ?”

Ecco, se potessi parlare direttamente con i vari signor Facebook, signor Instagram, signor LinkedIn, signor Pinterest, questa è la lista di cose (molto pratiche e operative, no filosofia e massimi sistemi di funzionamento delle piattaforme; no, no: cose che semplificherebbero il lavoro di ogni giorno!) che mi piacerebbe chiedere per il 2020.
Piccoli cambiamenti, ma che farebbero esclamare “oh, finalmente!!!”. 😎

Se ne avvererà qualcuna? 🙂

Dunque, vorrei:

Facebook

  • pagine che si caricano più velocemente
  • post multilingua funzionanti anche con i video !
  • meno comportamenti inspiegabili (un giorno in una pagina trovo il “crea slideshow”, il giorno dopo non appare più, 3 giorni ritorna…)
  • più semplicità nel contattare un supporto tecnico quando serve (senza essere un top spender…)
  • un “cruscotto” unico di gestione della comunicazione aziendale: oggi ci si muove tra gestione in pagina, strumenti di pubblicazione, business manager, creator studio, audience insight… Eccheè?
  • alleggerire e migliorare le app (Facebook e Gestore delle Pagine), che ormai pesano tantissimo e non consentono di fare tutto quello che si può fare da pc

Instagram

  • il tasto condividi sotto le foto di altri utenti!!! (se no che social è? E tanto esistono app esterne tipo Repostapp che lo fanno perfettamente. Quindi, caro Instagram, se lo facessi direttamente tu?)
  • i post multilingua “à la Facebook” (eddai!)
  • che si decidesse su sta storia dei link cliccabili. Perché funzionano solo nelle storie e solo per chi ha almeno 10.000 follower? O funzionano dappertutto o da nessuna parte!
  • che fosse possibile lo zoom delle foto visualizzate nel feed (senza doverle tenere estese con due dita…)

LinkedIn

  • avere post multilingua come in Facebook
  • portare il limite di caratteri dei post delle pagine aziendali a 1300 caratteri come per i post personali (adesso nelle pagine è 700, perché questa differenza?)
  • statistiche migliori nelle pagine aziendali (prendendo ispirazione da Facebook, per dire…)
  • nei profili personali, riportare la dimensione dell’anteprima dei contenuti esterni a dimensioni visibili! (lo erano, adesso sono delle micro-anteprime quasi inutili. Ma perché?!)
  • nei profili personali, gestire meglio le esperienze professionali per i liberi professionisti (che sono tanti!). Il dover mettere un “datore di lavoro”, per forza, fa sì che alcuni scrivano “me stesso”, oppure “libero professionista” o “freelance” o “vari clienti”… non potrebbero semplicemente prevedere il caso “libero professionista” come piattaforma?

Pinterest

  • poter impostare un limite temporale nelle ricerche (tipo “solo foto caricate nell’ultimo mese/anno)
  • poter disporre i risultati delle ricerche in ordine cronologico dal più recente
  • migliorare la visualizzazione di didascalie e commenti quando si zooma sulle immagini. Se no, a che servono le descrizioni se sono praticamente nascoste? E come si crea interazione, se i commenti non si vedono?
  • avere un tab commenti a livello di bacheca (tipo in una colonna a destra) aiuterebbe a creare interazione

 

Lo so, sono piccole cose, ma lavorando soprattutto con PMI, i loro desiderata quotidiani non sono come costruire campagne di advertising da 5000euro con 20 versione diverse di ads da ottimizzare secondo criteri di performance, ma di riuscire a gestire i post e le interazioni quotidiane sui social in modo semplice!

Cos’altro potremmo chiedere?

 

Facebook rimuove i badge grigi

E’ davvero molto tempo che non scrivo qui nel blog, ma ci sono!

Notizia di oggi: Facebook rimuove i badge di verifica grigi dalle pagine:

I badge di verifica sono quei segni di spunta che compaiono nelle pagine verificate in Facebook, a fianco del nome della pagina/azienda. Due esempi da pagine che non gestisco io:

Badge grigio pagina Breton spa

 

Ed in effetti, dalla mia esperienza con aziende e con diversi corsi che sto tenendo in questo periodo, non era assolutamente chiaro al “grande pubblico” cosa fossero e quale fosse la differenza tra questi badge grigi e quelli azzurri invece (tra l’altro… rimuoveranno anche i badge azzurri? :/ Sembra di no, ma… non si sa mai).

L’idea era interessante sicuramente: certificare in qualche modo che una pagina è autentica, è ufficiale: utile sia per l’azienda, sia per la singola persona che accede alla pagina. Ma vari fattori (a mio personale giudizio) ne hanno in realtà limitato o tolto quasi del tutto l’efficacia:

  • non è chiaro ai non addetti ai lavori perché alcune pagine hanno/avevano il badge azzurro, altre il badge grigio “pieno”, altre ancora il badge solo con il contorno grigio e dentro trasparente
  • non è mai stato veramente ben spiegato agli utenti il significato del badge, e l’utilità di averlo o meno in una pagina
  • la verifica al momento è un processo così “troppo semplice” (si chiede la verifica inserendo un numero di telefono, Facebook fa una telefonata automatica in cui comunica un codice numerico da inserire, lo si inserisce e… voilà, pagina verificata) che non garantisce affatto né la qualità, né l’autenticità della pagina.

Cosa succederà adesso? Aspettiamo il 30 ottobre e vedremo. Visto che nella comunicazione di cui ho riportato l’immagine sopra (e che oggi vedo in tutte le pagine aziendali Facebook che gestisco e che sono verificate), Facebook dice che sta pensando ad altri modi per garantire al pubblico l’autenticità di una pagina.

Quindi, per il momento: se stavate pensando di chiedere la verifica della pagina per avere il badge… lasciate stare. Aspettiamo e vediamo quali altri sistemi Facebook creerà al posto dei badge 🙂 .

 

Alcuni dati sui social aggiornati a luglio 2019 (da We Are Social)

E’ appena uscito l’aggiornamento a luglio 2019 del report digital di We Are Social, sempre utile per ricavare dati aggiornati sui social e sul web in generale.

A fondo articolo riporto l’intero report (pubblicato su Slideshare), ma prima ne estraggo alcune slide, che mi hanno colpito (click sulle immagini per ingrandirle).

1. Come vengono scoperti nuovi brandi e nuove aziende

Come si scoprono nuovi brand e nuove aziende: social, web e televisione

Bella questa slide perché mostra come i canali per farsi conoscere dal pubblico siano un mix tra media tradizionali (pubblicità in TV è al secondo posto), media digitali (motori di ricerca al primo posto, advertising sui social al quarto) e mezzi… personali (il buon vecchio passaparola è lì al terzo posto!).
Insomma, i canali tradizionali non sono morti per nulla; internet e i social hanno ampliato il numero e il tipo di canali a disposizione e infine i motori di ricerca hanno ancora il ruolo principale.

2. I termini più cercati su Google

Termini più cercati su Google, luglio 2019

Questa mi colpisce sempre per i primi tre posti: perché si cercano Facebook, Youtube, ma soprattutto Google… su Google? 😀 Seguono come era facile attendersi: il meteo, le notizie, i video…
L’unico termine mai sentito (da me) è Cricbuzz che ho scoperto adesso che è un sito che si occupa di cricket.

3.  Numero di utenti dei principali social

Numero utenti dei principali social - luglio 2019

Al primo posto, come sempre, Facebook, che si avvicina ai 2 miliardi e mezzo di utenti, seguito da Youtube e Instagram. Nessuna sorpresa: Facebook e Google continuano a dominare il web.
Se guardiamo alle app di messaggistica, di nuovo troviamo Whatsapp e Messenger (entrambi mondo Facebook) e WeChat, che è l’unico outsider qui, rispetto al duopolio Google-Facebook.
Nomi “nuovi” in questa classifica, direi TikTok (che obiettivamente oggi imperversa nella fascia più teen, 11-16 ! ) e Discord.

4. Attività svolte mediamente su Facebook in un mese dagli utenti

Azioni svolte mediamente in un mese dagli utenti su Facebook

Questa slide (nuova, mi pare, rispetto alle edizioni precedenti del report di We Are Social) mi lascia qualche dubbio. In particolare sul fatto che mediamente in un mese si clicchi su 11 annunci/post pubblicitari su Facebook(ultimo dato a destra). Davvero? 😮 Mi pare tantissimo, rispetto ai numeri che di solito si ottengono dall’advertising e dai commenti che di solito scambio in aula con i partecipanti ai corsi.
Per il resto invece mi ci trovo di più: tra numero di like messi mensilmente ai post (13), numero di post ricondivisi (1? Forse pensavo un po’ di più…) e commenti pubblicati (5).

5. Page reach medio delle pagine su Facebook

Page reach medio pagine Facebook, luglio 2019

Questa slide e la successiva sono forse quelle con i dati più interessanti (e ricercati…), anche se non è tutto chiaro.
Mediamente i post di una pagina raggiungono il 5,5% 😮 😮 😮 dei fan della pagina stessa (page likes) in modo organico, ossia senza fare advertising; e grazie all’advertising viene raggiunto mediamente il 28% degli stessi fan. Per lo meno io capisco così questa slide. Non mi è chiara invece, onestamente, la differenza tra il secondo e il terzo dato.

6. Engagement medio nelle pagine Facebook

Engagement medio nelle pagine Facebook, luglio 2019

Anche questo un dato interessante e che spesso mi viene chiesto: quale engagement dovrei raggiungere con i post della mia pagina? Dove engagement, ricordiamo, è l’insieme di tutte le azioni svolte dagli utenti a fronte di un post: mi piace (reazioni) + commenti + condivisioni + click su foto, link…
Ecco, da questa ricerca di We Are Social, risulta che il tasso medio di engagement è del 3,6%. Quindi il numero medio di persone che interagiscono con i post delle pagine aziendali Facebook è circa di 3,6 ogni 100 fan.
Naturalmente trattandosi di una media tra pagine molto diverse, è da considerare che pagine con numeri molto elevati di like (decine e centinaia di migliaia, e addirittura milioni) avranno tassi di engagement molto più bassi.
In generale, comunque, la slide ci ricorda che maggiore è l’interazione quando ci sono post con video (6,13% – sono anche i post più spinti da Facebook) e post con foto (4,49%). Si conferma cioè che aggiungere una foto o un video quando si pubblica post è importante ed efficace.

 

Questa infine è la presentazione totale del report, pubblicata su Slideshare:

L’uso dei social nelle diverse fasce d’età

Legenda Z M X B uso dei social Mentre stavo cercando dati sull’utilizzo dei social, mi sono imbattutto in una infografica, a cura di GlobalWebIndex, che riporta alcuni dati interessanti proprio sull’uso di social media e social network in riferimento alle ‘generazioni’ tipiche di cui si parla, ossia generazione X, millennial, generazione Z e baby boomer.

L’infografica la pubblico a fondo articolo: prima voglio estrarre due “pezzi” dell’immagine, che ho trovato particolarmente interessanti.

Anzi: prima di tutto, chi rientra in ciascuna di queste fascia di età (nelle “generazioni” citate nell’infografica) ?
Ecco un’immagine tratta dal sito kasasa.com:

GenZ - millenials - GenX - Baby Boomers

 

Chiarito questo, ecco il pezzo dell’infografica che descrive l’utilizzo di cinque principali piattaforme social (YouTube, Facebook, Instagram, Whatsapp e Twitter) da parte delle diverse ‘generazioni’:

Utilizzo di 5 social media a da parte delle diverse generazioni e fasce d'età

Cosa ci dice questa immagine:

  • la fascia di persone più “adulte” 😉 è quella che usa meno i social, ma è anche quella che cresce di più in proporzione (beh, certo, partendo da percentuali più basse, è anche facile…)
  • YouTube è la piattaforma social mediamente più utilizzata a tutte le età (secondo me, conta anche il fatto che non richiede registrazione per l’utilizzo e che i risultati appaiono direttamente nelle ricerche fatte su Google)
  • I millennial (cioè i nati tra 1980 e 1994) sono la fascia che usa di più Facebook (il che è vero: siamo quelli, mi ci metto anch’io, che abbiamo vissuto l’esplosione di Facebook e l’abbiamo abitato da subito; inoltre questa ricerca è del 2018, e i numeri riportati per Facebook per la generazione Z mi sembrano invece molto alti, onestamente…)
  • Per i più giovani, YouTube e Instagram sono i due ambienti social di riferimento con precentuali di utilizzo molto elevate (però direi che per la fascia teen ora c’è pure TikTok da considerare…)
  • Per Whatsapp invece mi aspettavo percentuali decisamente più elevate per tutte le fasce d’età
  • Twitter sembra essere quello più marginale (ed in effetti è così)

Dal fondo dell’infografica estraggo poi quest’altro pezzettino:

Social o motori di ricerca per cercare info su prodotti e brandCioè la percentuale di utenti che dice di usare i social oppure i motori di ricerca per trovare informazioni su prodotti, marchi e servizi online: i più giovani (generazione Z) sembrano utilizzare più i social che i motori di ricerca “classici” a questo scopo.

Interessante questo dato che ribadisce ancora una volta l’importanza della presenza e dell’utilizzo corretto dei social da parte delle aziende, sia per farsi trovare che per costruire e mantenere la propria reputazione.

Infine, l’infografica totale (click per ingrandire):

Infografica, l'uso dei social nelle varie generazioni di utenti, dai baby boomer alla generazione Z

 

Social media map 2019

Social media mapAssieme al report Digital di WeAreSocial, la social media map di Overdrive è l’altro appuntamento fisso dei primi mesi dell’anno.

E’ una mappa (qui le versioni del 2018 e del 2017) che raccoglie una lista di ambienti e piattaforme social, suddivisi per tipologia (dalla condivisione foto al blogging, dalle piattaforme di pagamento a quelle di recensioni…) e che presenta link attivi nella versione pdf. E’ scaricabile gratuitamente dal loro sito.

Rispetto all’anno scorso, vedo in più la categoria AR/VR (augmented reality / virtual reality), oltre naturalmente a varie novità ed uscite dalla mappa (Google+ per dire non c’è più ovviamente).

Mi piace utilizzare questa mappa per scoprire cose e piattaforme nuove, che ancora non conosco.

…dovrò suggerire di aggiungere una nuova categoria “presentation tool”: con Prezi, Videoscribe, Doodly 😉

Social Media Map 2019 di Overdrive