Non sto a fare un resoconto dettagliato del Social Media Marketing Day 2014: è stata una giornata utilissima, piena, intensa, ricca di 16 interventi con ottimi relatori.
Ecco però (e lo faccio anche per me stesso, per fissarmi alcuni flash della giornata che mi sono rimasti impressi), alcuni appunti, spunti e note:
– Ottima la struttura della giornata e lo stile degli interventi: poca fuffa, esperienze dirette, casi concreti (molto simpatico quello di Jenus di Nazareth), indicazioni pratiche.
– Nonostante non sia stato detto nulla di particolarmente sconvolgente o rivoluzionario, sentire le cose dette bene, sistematizzate bene e da persone che se ne occupano per mestiere e ad alto livello tutti i giorni, fa sempre bene per rivedere le proprie conoscenze e per aggiornarsi.
– Marketing sportivo: il tifoso di una squadra di calcio non è un cliente “normale” da gestire. Siamo oltre i lovemarks tipo Apple, dove il cliente è affezionatissimo al marchio (più che al prodotto in sè), ma rimane comunque un cliente; no! il tifoso di calcio italiano (soprattutto nelle grandi squadre) si sente in qualche modo anche proprietario della squadra: quindi come marketer lo devi convincere a comprare (il biglietto della partita allo stadio, ad esempio) ma allo stesso tempo è in qualche modo la persona cui devi rispondere, il tuo “capo”; si incazza se la squadra o il presidente fanno la scelta sbagliata. L’elemento emozionale nel tifoso di calcio italiano è fondamentale.
– Google+: primo consiglio di Claudio Gagliardini ? Esserci. Per un sacco di motivi: dall’importanza data da Google in termini di SERP, a caratteristiche specifiche (es. cerchie), a strumenti come gli hangout e l’authorship…
– LinkedIn: Andrea Albanese ci ha ricordato che è un ambiente social la cui popolarità e importanza in forte ascesa sia per il branding personale che per la comunicazione aziendale. Sbagliato ignorarlo o sottovalutarlo.
– Blog: si possono fare soldi con un blog? No. A meno che tu non abbia un blog da milioni di visite, no. Però può diventare il miglior canale commerciale: per farsi conoscere, per farsi trovare, per il personal branding. E far funzionare un blog è faticoso (dice Rudy Bandiera: se hai due opzioni davanti e una è più faticosa dell’altra, sicuramente quella più faticosa è quella migliore da seguire)

– I nomi (e le persone) sono più importanti dei brand. Dal caso Giovanni Rana all’esempio pratico portato in aula (contatto il Country Manager Italia di Twitter, non lazienda Twitter): sui social contatti la persona, non l’azienda; conta l’opinione del CEO, quello che ha detto lui in prima persona, più che il comunicato ufficiale dell’azienda
– Collegato al punto precedente: B2B e B2C si stanno trasformando in P2P “person-to-person“, il contatto è sempre più tra persone, non tra aziende
– Twitter: per Davide Licordari, è il social che richiede più tempo e impegno per essere utilizzato al meglio
– Facebook: il fan di una pagina Facebook non e’ solo il fine della comunicazione ma anche un mezzo per raggiungere gli altri utenti!
– I social (e quindi la social media communication) sono come un violino: senza anima non funzionano
– Il mondo “a est” (Cina, Russia, Corea…) è enorme, non può essere ignorato, ma è completamente diverso da noi e quindi va studiato. E in fretta! (un esempio fatto in aula: i 140 caratteri con cui su Twitter impazziamo a concentrare un messaggio qui in Occidente, in cinese diventano tantissimi…. E non è solo questione di grafia ma di concetti e di cultura)
– La misura della reputazione online: click + visualizzazioni post + condivisioni + capacità di influenzare + link inbound
– Gli acquisti online sono in forte crescita, soprattutto cross-border (tra Paesi diversi) e il turismo rappresenta il 50% di questi acquisti online
E infine i due slogan del Social Media Marketing Day 2014:
– Content is the King, Distribution is King Kong
– Ognuno è un’agenzia di comunicazione
Ok, ora aspetto il Social Media Marketing Day 2015!